Gennaio 10, 2022

Pallavolo e Tanzania. Il volley sta fiorendo all’ombra del Kilimangiaro

Alice Chiarot

Lo sport è in grado di parlare un linguaggio universale. In grado di unire persone di paesi, culture e lingue diverse.

Lo sport è stato ed è tutt’ora in grado di raccontare storie di riscatto, rivincita e speranza. Anche dove il terreno sembra più impervio, può aprire nuove strade e dare fiducia per il futuro.

Lo sa bene Haitham Aleter, pallavolista nato e cresciuto in Siria, poi costretto ad abbandonare il proprio paese dopo lo scoppio della guerra civile nel 2011. Dalla Germania, paese che lo ha ospitato, ha creato una scuola di pallavolo nel suo paese d’origine per essere vicino a tanti bambini della sua terra.

Nel mondo ci sono tante storie come la sua che vale la pena raccontare. Quella di oggi ci porta alle falde del Kilimangiaro, il monte più alto del continente africano, dove sta sbocciando la pallavolo.


Play Positive Academy

David Neeke è un giovane pallavolista tanzanese che si è avvicinato alla pallavolo un po’ per gioco. Nel luogo in cui è cresciuto, giocare a calcio è il desiderio di ogni bambino. Anche lui lo ha praticato per alcuni anni. Un giorno però David, mosso da curiosità, ha deciso di provare col volley e se n’è così tanto innamorato che ha deciso di non abbandonarlo più.

Schiacciata dopo schiacciata, è nata così l’idea di creare una scuola per giovani africani come lui. La Play Positive Academy, con sede a Mwanza, è nata infatti con un obiettivo ben preciso: essere vicino a tanti ragazzi che faticano e si impegnano per raggiungere alti livelli in questo sport ma che poi, senza le persone adatte che possano accompagnar loro in questo percorso, vedono svanire i loro sforzi. Tutto viene fatto all’insegna del motto “Be the change you wish to see” (Sii il cambiamento che vuoi vedere).

Un altro obiettivo che si è posta l’academy Play Positive è quello di «dare l’opportunità ai giovani della comunità – spiega David – di imparare il gioco della pallavolo indipendentemente dall’ambiente da cui provengono». La volontà è proprio quella di raggiungere il più grande numero di ragazzi possibile, sia maschi che femmine.

Come si può immaginare, anche in un progetto così importante e bello non tutto è così semplice come sembra. David infatti racconta che una delle più grandi difficoltà è quella di convincere i genitori delle bambine a dare il permesso di giocare a pallavolo. La società infatti non crede che una ragazza possa competere con un ragazzo. Un’altra difficoltà, non da meno, da affrontare è la mancanza di attrezzature che possano facilitare l’apprendimento dello sport.

Ma da quando David ha creato questa scuola è riuscito a raccogliere anche qualche soddisfazione. «Ogni giorno vedo il numero dei bambini crescere. Sono infatti riuscito a convincere la mia comunità che lo sport porta benefici e può essere uno strumento per portare alla parità di genere» . Nel lato pratico, in questi anni di attività ha organizzato tre campi giovanili in tre diversi distretti che hanno portato a una crescita della passione verso il nostro sport. David è fortemente convinto che, se si impegnerà a perseguire questi obiettivi, un giorno il suo sogno di poter vedere il suo paese, la Tanzania, comparire nel panorama sportivo internazionale grazie alla pallavolo, potrà realizzarsi.

Kilimagnet

David non è solo. A qualche centinaio di chilometri più a Est, al confine con il Kenya, c’è all’opera un altro ragazzo: Renovatus Sixmund (Six).

Six ha sempre amato il modo in cui la pallavolo coinvolgeva tutti: ragazzi, ragazze di ogni età. Gli insegnanti giocavano insieme agli studenti e, a volte, anche gli abitanti del villaggio si univano agli allenamenti.

Ha così fondato la sua società di pallavolo nella Nord Orientale del paese. L’ha chiamata “Kilimagnet“, ispirandosi al Kilimangiaro e alla parola “magnete”, per la sua capacità di “attrarre”. In questo caso persone, emozioni; e opportunità per la comunità del volley.

L’obiettivo quest’anno sarà realizzare un grande torneo in grado di ispirare i giovani e generare entusiasmo intorno allo sport. Un’attenzione particolare, durante l’evento, sarà riservato alla partecipazione delle ragazze, a cui ancora poche famiglie permettono di dedicarsi al gioco.

L’associazione olandese Let’s Keep the Ball Flying parteciperà all’organizzazione del torneo con donazioni di abbigliamento e materiali. Vi anticipiamo che anche la nostra community, Problemi di Volley, si è resa disponibile per dare una mano; presto vi diremo con che modalità e, se vorrete, come contribuire!