Tonno Callipo, orgoglio di Calabria: «La pallavolo mi ha dato tanto»
“Vibo, orgoglio di Calabria”, come riporta la pagina di giornale di un noto quotidiano sportivo italiano. E alla fine, è giusto così. Questa è stata e questa è la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia: un orgoglio.
Sia per il presidente, Pippo Callipo, che per i suoi tifosi. Un’eccellenza del volley italiano riconosciuta in tutto il mondo pallavolistico: «La pagina di giornale ce l’ho davanti a me, di fianco la porta dell’ufficio – ammette Pippo Callipo -. La vedo tutti i giorni. Un riconoscimento del genere fa incredibilmente piacere. Ma l’orgoglio nostro è che questo ce lo riconosce sia la Lega, che le società, che i giocatori».
La storia della Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia comincia da lontano e, se vogliamo, anche con un pizzico di casualità. Perché colui che ormai da quasi 30 anni è il presidente, Pippo Callipo, un “lavoratore-imprenditore” come si definisce, con la pallavolo ha avuto poco a che fare: «Da giovane ho trascorso tre anni in collegio, al San Giuseppe di Roma che aveva una squadra di pallacanestro: la Stella Azzurra. Era famosissima, e noi tutti ragazzi volevamo giocare in questa squadra. Il tempo libero lo trascorrevamo giocando ininterrottamente a basket, quindi niente volley».
In molti pensano che sia stata una questione di passione: «Nel 1992 venne da me l’attuale presidente della FIPAV Calabria, Carmelo Sestito, chiedendomi una sponsorizzazione per la loro squadra. Si cominciò da pantaloncini e magliette. Poi tornarono l’anno successivo e la sponsorizzazione divenne più importante. La stagione successiva ancora, con la sponsorizzazione che continuava a crescere. A questo punto, mi coinvolsero nella società. Fu così che li affiancai dando suggerimenti non sportivi, ma di organizzazione. Siamo una società snella in cui c’è il rispetto dei ruoli: l’allenatore fa l’allenatore e via dicendo. La squadra migliorava di anno in anno, fino a quando mi elessero presidente. Poi, arrivati in B1, ho preso tutto in mano e ho seguito in prima persona. Fu così, giocando per caso ma soprattutto per diletto, che siamo arrivati in A1. Non mi sarei mai aspettato di arrivare a questi livelli».
La stagione più bella? «Quella del 2004 è stata una cosa incredibile, impensabile. Non pensavamo che avremmo girato l’Italia raccogliendo tali successi che ci portassero in A1, noi piccoli pigmei della Calabria. Un’emozione unica. In seconda battuta metterei quando abbiamo vinto la Coppa Italia di A2 a Milano, nel 2016, in un Forum di Assago pieno di gente prima della finale di A1».
Col senno del poi, la scommessa di Pippo Callipo è vinta: «Sono soddisfatto di ciò che mi ha dato la pallavolo, e anche l’azienda lo è. La speranza è che la squadra continui su questa linea per tenere alto il nome di Callipo e della regione. In realtà, a me basta che la società venga considerata come seria, una realtà che rispetta tutti i canoni sportivi e non solo».
Un legame consolidato che ha portato la squadra a essere riconosciuta, per certi versi, come una “Nazionale” della Calabria: «Da 4 anni abbiamo aggiunto anche la nostra regione, la Calabria, nel nome della squadra. È un omaggio alla mia terra, della quale sono innamorato nonostante tutto. Andiamo nei palazzetti di città italiane importantissime, da Milano a Modena passando per Ravenna e Piacenza. Sono tutte città che ospitano tantissimi calabresi, ed è anche un omaggio a loro, per fargli sentire vicina la loro regione che per motivi di lavoro o altro hanno dovuto lasciare. È stato apprezzato: tantissimi calabresi me lo hanno detto e dimostrato quando li incontro».
La pallavolo ha dato tanto a Pippo Callipo e a tutta la Calabria: «Qui a Vibo in molti pensavano che non avremmo potuto avere giocatori forti. Invece sono venuti in tanti, da Rafael a Murilo e via dicendo. Vorrei tanto organizzare un incontro con tutti i nomi grossi che abbiamo avuto in squadra in A1 e in A2. Questo è uno sfizio che mi toglierò, forse».