Velasco: «Il volley primo sport per rischio contagio? Ridicolo»
«Sono sobbalzato sul divano quando al mattino ho letto lo studio del Politecnico di Torino».
Oggi le pagine della Gazzetta dello Sport hanno ospitato una breve ma significativa intervista a Julio Velasco, responsabile del settore giovanile della federazione italiana pallavolo.
Il coach ha commentato la tabella, pubblicata su diverse testate (tra cui la stessa Gazzetta) e divenuta virale ieri sui social network, secondo la quale la pallavolo sarebbe lo sport più pericoloso a livello di contagio.
Nonostante ce lo aveste chiesto in moltissimi, ieri come Problemi di Volley abbiamo scelto di NON pubblicare la tabella sui nostri canali social. Per il semplice motivo che ci è sembrata un esempio di giornalismo frettoloso, che ha voluto condensare un articolato studio di 400 pagine in un’approssimativa classifica. Peraltro stilata su dati poco attendibili, forniti dalle singole Federazioni.
Un esempio su tutti?
Alla voce “Vicinanza – contatto pubblico / accompagnatore / genitore” in occasione di una gara, dove la Federazione italiana pallavolo ha risposto “RISCHIO 4” (il massimo), la Federazione italiana basket ha risposto “RISCHIO ZERO”. Chiaro segnale di un’interpretazione diversa delle voci.
Alla voce “Spogliatori e servizi” la Fipav ha risposto “4”, la Fib “2”. Pur se le discipline si svolgono praticamente nelle stesse palestre.
«Non riesco a condividere – ha spiegato Velasco – le basi su cui questo lavoro è stato svolto. Io credo di avere qualche competenza in tema di ricerche universitarie e credo che la prima cosa, almeno per mia conoscenza, sia poter contare su dati omogenei. Se i numeri raccolti non lo sono, credo che risulti veramente difficile arrivare a un risultato di validità».
«Sia molto chiaro – ha aggiunto l’ex tecnico campione del Mondo – io non dico queste cose per far aprire prima le palestre di volley. Io mi rimetto alle decisioni che saranno prese dal governo e tornerò in palestra soltanto quando mi diranno che sarà possibile. Ma non posso neanche accettare certe valutazioni, con paragoni ridicoli e vergognosi, che spero non verranno prese in considerazione».