Novembre 19, 2021

Vita da addetto stampa. «Far sognare chi legge»

Alice Chiarot

Oggi sempre più spesso si parla dell’importanza del fan engagement, il coinvolgimento del pubblico nella vita di un club. Un aspetto che si è fatto sempre più strada, soprattutto in questi ultimi due anni dove l’assenza del pubblico al palazzetto ha portato le società a trovare altri modi per instaurare quel legame empatico che si crea durante ogni stagione fra squadra e tifosi; che porta a gioire e soffrire insieme partita dopo partita.

La grande crescita che si è registrata nel coinvolgimento la si deve sicuramente ai team che gestiscono la comunicazione dei vari club del nostro campionato. Un lavoro che vede collaborare nella stessa squadra i responsabili dei social network, i grafici e l’addetto stampa. L’obiettivo comune è il racconto di ciò che succede dentro e fuori dal campo.

Un ruolo dalle mille doti

Quello che viene richiesto ad una figura come l’addetto stampa – che in passato, come oggi, gestisce le relazioni con i media – è di avere molteplici capacità e idee per potersi muovere al meglio in questo nuovo modo di fare comunicazione.

I suoi compiti più tradizionali riguardano la comunicazione di informazioni sulle partite e sulle attività del club, così come la costruzione di relazioni con sponsor e giornalisti. A lui spetta il compito di organizzare le conferenze stampa, le interviste pre e post partita, scrivere e diffondere il comunicato stampa con relative fotografie del match, fare la rassegna stampa. Lui è colui che promuove l’immagine e i valori del club.

Ma oggi il suo lavoro non finisce qui: all’addetto stampa viene richiesto di coordinarsi anche con tutti gli altri settori della comunicazione. In questi ultimi anni abbiamo visto come le società si siano sbizzarrite soprattutto nel momento del mercato, nell’annunciare l’arrivo dei giocatori con video e immagini divertenti che hanno permesso di far parlare di sé. In questo caso, il lavoro dell’addetto stampa ha trovato l’aiuto dei grafici, dei video maker, dei social media manager per dare vita ad una vera e propria campagna di comunicazione adatta a tutte le piattaforme, dal sito istituzionale ai giornali e ai social.

Le società stanno implementando sempre più i servizi per offrire ai propri tifosi esperienze a 360°C per essere vicini ai propri beniamini.

Quattro chiacchiere con Giò Antonelli, addetto stampa e video editor Vero Volley Monza maschile e femminile

Quale pensi sia il ruolo di un addetto stampa di club della Serie A?

L’addetto stampa gestisce i rapporti tra il Club e la stampa. Deve saper informare con puntualità e precisione i vari stakeholders, provando inoltre a dare risalto a tutte le attività che riguardano la propria struttura. Aggiungo, senza dire nulla di nuovo, che un buon addetto stampa deve essere veloce, attento, metodico e, perché no, anche un po’ creativo. Quando chiudo un comunicato post partita, solitamente una delle attività più importanti nella mia routine, cerco di farlo nel minor tempo possibile, sbagliando il meno possibile. Questo è un po’ il mantra che a parer mio un buon addetto stampa deve seguire.

Quali sono le difficoltà che incontri nel gestire l’ufficio stampa e i video sia per la Vero Volley Monza maschile che per la femminile?

Criticità particolari non ce ne sono. Il lavoro è tanto e molto stimolante. Gestendo due squadre di Serie A1, ammetto che i momenti morti sono davvero pochi, anzi rarissimi. In più questa stagione, come in quella 2018-2019, giocheremo con entrambe le coppe europee (la formazione maschile è in CEV Cup, quella femminile in CEV Champions League n.d.r.). Diciamo che rispettare le deadline settimanali, tra comunicati stampa pre e post partita, video pre e post gara, contenuti video delle giocate più belle, interviste varie porta via tanto tempo.

La fortuna del nostro Consorzio è che la struttura è davvero imponente. Nel dipartimento Marketing-Eventi-Comunicazione siamo in 23: un team davvero fantastico. Oltre a me, che mi occupo di ufficio stampa e video, ci sono due social manager, Andrea Torelli e Giovanni Paini, due grafici, Fulvio Bodenza e Maurizio Grossi, ed un responsabile comunicazione, Dario Keller. La nostra è una squadra solida: ormai sono cinque anni che lavoriamo insieme e c’è grande cooperazione tra di noi. Se non avessi loro certamente farei molta fatica a gestire due squadre del nostro calibro, soprattutto quando ci sono contemporaneità. Questa stagione si è aggiunta anche Fabiola Facchinetti, che ci dà una mano con la cronaca della squadra femminile, quando giocano entrambe agli stessi orari. Poter contare su un back-up è davvero importante ed avere la forza di saper delegare e formare le risorse è per me fondamentale.

Arrivo da una famiglia di giornalisti e questo è risultato decisivo per la mia professione. Mio padre, da trent’anni nel mondo del giornalismo e ora perlopiù scrittore, e mio zio, per tanti anni nell’Ufficio Stampa della FIPAV e con esperienze anche all’FIVB e all’Olimpiade di Atlanta 1996, mi hanno dato tantissimi consigli. Mi hanno trasmesso le basi, alle quali ho aggiunto altre competenze cui sono più portato, come il montaggio dei video.

Nel 2020 hai ricevuto il Premio Stracca. Cosa ha significato per te ricevere questo importante riconoscimento?

È stato un momento bellissimo. In primis perché non me lo aspettavo e poi perchè è stato il riconoscimento del lavoro fatto in questi anni. Ricevere il premio più importante nel settore è sicuramente un motivo d’orgoglio e significa che hai lavorato bene; è un riconoscimento che premia non solo la persona ma anche la società e che condivido con tutta la squadra di comunicazione del Vero Volley. E’ un premio che è arrivato soprattutto grazie al mio presidente, Alessandra Marzari, perché in questi anni ha investito tantissimo sulla comunicazione ed è alla costante ricerca dell’innovazione. Un grazie va anche alla Lega Pallavolo Serie A e a tutti i colleghi giornalisti che mi hanno scelto.

Durante l’anno della pandemia inoltre, come gruppo e società, vi siete distinti per aver creato la prima piattaforma gratuita con contenuti per i vostri tifosi. Ci puoi raccontare un po’ di questa e delle altre iniziative che avete e metterete in piedi per il prossimo futuro?

E’ vero. E’ nato Netty, il social network del Vero Volley. Un’idea innovativa che ci ha permesso di tenere in contatto i tifosi durante la chiusura dei palazzetti. Implementarlo e renderlo ancora più completo sarà una bella sfida. Consiglio a tutti di farci un giro, iscrivendosi al Vero Volley Club. Ci sono tanti contenuti dedicati, i tabellini durante le gare, le interviste esclusive. Una piattaforma unica, perché dedicata interamente alle nostre attività e ai nostri tifosi.

Il nostro processo di fan engagement continua ad essere la nostra forza, anche dopo la pandemia. Credo che oggi venendo alle nostre partite si possa apprezzare appieno quelle che sono le nostre iniziative. Sono tanti i contenuti ingaggianti: i quiz alla fine dei set, il food delivery al posto, l’instant win, offerte a tempo con promozioni dedicate. L’obiettivo è stare al passo con l’innovazione, provare ad anticiparla se possibile.

Oltre ad essere un addetto stampa, sei anche un video maker. Come ti sei appassionato a quest’altra modalità di racconto della realtà e cosa ti piace di questa tecnica?

Sono un appassionato di musica. Suono la chitarra, il basso, la tastiera e fin da piccolo registravo tracce e mi divertivo a modificarle, tagliandole, mettendoci su ritmi. E’ partito tutto da lì. Poi crescendo, dopo essermi laureato allo IULM in Relazioni Pubbliche e Pubblicità nel 2011, sono entrato a Sky Sport. Lorenzo Dallari ha creduto in me e non smetterò mai di ringraziarlo. In 3 anni, stando a contatto con i migliori editor sportivi in sala di montaggio, ho assorbito i trucchi del mestiere. L’abbinamento musica e video se usato nel modo giusto può portare ad un’esplosione di emozioni. Quando scegli una bella canzone e delle belle immagini il lavoro è fatto. Sono animato da sempre da questa voglia di emozionarmi ed emozionare. Quando sono arrivato a Monza mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto.

Non esistendo una figura che sapesse realizzare video, ho proposto io al club di occuparmene e sviluppare nuovi contenuti, sia istituzionali che sportivi. A tutti coloro che vogliono approcciarsi a questo tipo di mansione, dico di essere pazienti, curiosi, di non smettere mai di fare pratica, perché più si pratica più si impara. Io anche ho sempre voglia di migliorarmi; penso sempre che il prossimo video dovrà essere più bello di quello vecchio. E quando vedo quelli vecchi a distanza di tanto tempo e mi piacciono, penso di aver fatto un buon lavoro.

Oggi un ufficio stampa dovrebbe avere skills nell’editing video. Agevolare anche il lavoro delle tv, pre-montando le immagini per realizzare servizi visto che le troupe delle emittenti spesso non riescono ad essere presenti, è un modo per aumentare la diffusione delle immagini della propria società. Hard work, determination. Come recitava un vecchio vhs di Michael Jordan che ho consumato a forza di guardare. Forse è anche in quei momenti che è nata la mia passione per questo lavoro.