Giugno 24, 2021

Come ci è finita una tedesca a Piombino? Ritratto di Sarah Fahr

Giacomo Magnani

C’era un tedesco a Piombino e no, non è l’inizio di una barzelletta.

Florian Fahr, il nostro personaggio, è un giovane velista. La sua prima volta in barca a quattro anni, nel centro Olimpico di Kiel. Lì è dove scatta la scintilla, lì è dove si consolida un legame viscerale con il mare. Un amore che appena maggiorenne lo porta a compiere una piccola pazzia, uno di quei viaggi in solitaria alla “Born To Be Wild” che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato di fare.

Florian parte con la sua barca, un trimarano di undici metri. Gira l’Europa in lungo e in largo, passando per Spagna e Italia. Tra le tappe c’è anche l’Isola d’Elba, uno dei paradisi terrestri dell’arcipelago toscano, culla in cui il suo cuore troverà dimora. Dalla Germania si porta tutta la famiglia: la moglie Julia e anche la sua tenera bimba appena nata. Occhioni azzurri e biondissima, raccontano. Si chiama Sarah. È cresciuta con le ginocchiere addosso e ora sogna un posto lontano chiamato Tokyo, dove una fiaccola si accenderà il 23 luglio (tra un mese esatto) e dove potrebbe giocare per la nazione che ha accolto suo papà come un figlio, l’Italia.


Una tedesca a Piombino: perché?

Perché la domanda iniziale è spontanea: come ci è finita una tedesca a Piombino? La risposta è raccolta nelle poche righe che raccontano il viaggio di Florian Fahr. Papà…o babbo, visto che siamo in Toscana, della nostra centrale della Nazionale. Sarah Fahr, 20 anni ancora da compiere, presente e futuro del volley italiano e mondiale.

Sarah è nata a Kulmbach, a circa 250 chilometri da Monaco, nel 2001. Quindi l’immediato trasloco in Italia, prima sull’Isola d’Elba e poi a Piombino, dove il babbo ha fondato il FYS Yacht Service.


Lo sport, una questione di famiglia

Sarah Fahr comincia dalla ginnastica artistica: è quella la sua vera passione. Una passione che cresce sempre di più, come a crescere è anche l’altezza. Il segreto della popolarissima formula sulla mezza bellezza diventa però un ostacolo, come lei stessa ha raccontato in un’intervista a Il Tirreno nel 2017: «A 4 anni facevo ginnastica artistica. Quando sono diventata troppo alta, però, l’insegnante non mi faceva più gareggiare. Io mi sono arrabbiata e seguendo un’amica che già faceva pallavolo ho iniziato per caso». Ed ecco che il tallone d’Achille si è trasformato nel suo punto di forza.

La ragazza è portata, d’altronde tutta la famiglia fa sport. Il nonno materno insegnava proprio ginnastica e giocava a pallamano, stesso sport di mamma Julia. Per lei anche una brevissima carriera da pallavolista, a tempo perso, spinta dalla passione della figlia. Il fratellino, invece, tra un tiro a canestro e un’impennata in BMX, sembra sia già un velista provetto sulle orme di babbo Florian.

Sarah Fahr fratello


Da una palestrina di Cecina all’Ariake Arena di Tokyo

Dopo i primi passi nel Volley Piombino, a 14 anni un altro arrivederci. In una piccola palestra a Cecina, durante il trofeo delle provincie toscano, Fahr si fa notare da Matteo Ingratta, coach dell’Igor Volley. Fa così bene che il Club Italia le apre il campo della Serie A2. Dall’ambiente AGIL e da Novara, Sarah si trasferisce alla scuola federale del volley: il Centro Pavesi di Milano, dove ha costruito tanti successi con le Nazionali giovanili tra cui un mondiale Under 18 (in Argentina) e un europeo Under 19 (in Albania) nel giro di un paio d’estati.

E dopo due stagioni in serie A1, la prima con il gruppo federale e poi con Firenze, quest’anno il salto con la maglia della schiacciasassi Conegliano. La paura di non giocare, considerati i nomi delle colleghe di reparto, è tanta. Ma anche qui, con pazienza e dedizione, si fa trovare pronta. Folie ha problemi fisici e Santarelli non ci pensa due volte: Sarah è buttata nella mischia e la risposta è da campionessa. All’esordio, il 20 settembre 2020 contro Casalmaggiore, piazza 14 punti con l’87% in attacco. Tante le apparizioni, eccellenti le prestazioni. In gialloblù vince Supercoppa, Coppa Italia, campionato e Champions League.

Sarah Fahr Conegliano

Lo scudetto arriva proprio in una delle città in cui è cresciuta, Novara, dentro al “suo” Pala Igor. A fine partita, tra un festeggiamento e l’altro, Sarah Fahr si ritaglia lo spazio per salutare maestri, amici e affetti dei due anni in Piemonte: non si dimentica il passato, le persone che ha incontrato e che l’hanno aiutata a crescere nel migliore dei modi. Sarah d’altronde è amica di tutti. Anche e soprattutto della sua compagna di stanza in Nazionale, Paola Egonu, che la prende in giro per il suo rigore. Troppo precisa e sempre in anticipo.

E ora, tra un mese esatto, il grande appuntamento con le Olimpiadi. Il sogno di ogni atleta e anche di Sarah Fahr. La ciliegina sulla torta di un percorso molto rapido, che l’ha vista fare enormi passi in avanti: nel 2014 guardava la Nazionale in tv e sognava in grande, ora si gioca il posto come una delle dodici che a Tokyo proveranno a conquistare una storica medaglia per il volley femminile italiano. La concorrenza tra le compagne di avventura è agguerrita, ma come ama dire Davide Mazzanti, «sarà mamma pallavolo a decidere chi merita l’Olimpiade».