Luglio 21, 2021

Dentro il trionfo dell’Italia Under 20: chi sono le campionesse del mondo?

Giacomo Magnani

C’è un’altra spedizione, oltre a quella azzurra del calcio, che ha fatto sognare ed emozionare tutta Italia. Con l’ulteriore immensa gioia di quella fetta di pallavolisti che ancora una volta possono gongolare e dire: «Il volley italiano è il migliore al mondo».

«Il cielo è azzurro sopra Rotterdam», parafrasando un motto che tutti conosciamo. L’Italia femminile Juniores ha vinto il Mondiale Under 20 dominando e ribadendo la propria superiorità anche in finale, con un netto 25-18, 25-20, 25-23 sulla Serbia, la principale avversaria delle ultime rassegne non tanto a livello giovanile quanto per la Seniores di Davide Mazzanti.

La vittoria delle ragazze di Massimo Bellano è la Conclusione (con la C maiuscola) di un cammino fantastico: otto vittorie su otto incontri. Un trionfo mai così meritato, per un gruppo di giocatrici che solo due anni fa, in Egitto, perdendo lo scontro decisivo al tie-break, diceva addio al Mondiale Under 18. Questa volta la storia ha un finale diverso: la coppa «It’s coming home», dieci anni dopo l’ultimo successo di Lima con Marco Mencarelli in panchina.


Le dodici ragazze d’oro

A cominciare dalla miglior palleggiatrice e giocatrice della manifestazione, l’MVP, Gaia Guiducci. Figlia d’arte: mamma, Laura Bruschini, è stata campionessa d’Europa nel 2011 con la maglia di Modena, con una lunga carriera in Serie A1. Stessa categoria che Gaia ha conquistato nell’ultima stagione guidando l’Acqua & Sapone Roma fino alla promozione. Un’altra piccola impresa, segno di un definitivo salto di qualità che poi si è palesato in un Mondiale pressoché perfetto, da vera capitana. È tutto: regista e leader. Cristofani, infatti, se la porterà con sé a Perugia.

Oltre a Guiducci, altre sette campionesse del mondo sono atlete della sfera Volleyrò Casal de’ Pazzi, in questo momento una delle più importanti realtà giovanili d’Italia. A partire dalle tre centrali. Emma Graziani, miglior interprete del ruolo della competizione (per la seconda volta dopo il 2019), nata a Livorno e con i primi passi mossi nella stessa società di Elena Pietrini. Claudia Consoli, atleta che fino all’ultimo ha rischiato di non partecipare per un problema fisico, che ha visto lacrime di disperazione trasformarsi in lacrime di gioia. Quindi Linda Nwakalor, sorella della Sylvia opposto di Firenze. È cresciuta nella Polisportiva Olginate, la stessa società da cui anche Sylla ha mosso i primi passi e da cui Linda ha cominciato a sognare, tentando di ripercorrere gli stessi passi di Miriam.

Graziani, Consoli, Nwakalor

E poi ci sono Martina Armini, miglior libero del torneo nonostante il passato non così lontano da banda, e Beatrice Gardini. Nel caso in cui ve lo stiate chiedendo: no, Beatrice non è parente di quel Gardini. Ma la sua storia di successo se la sta costruendo a prescindere: contro la Serbia, infatti, è stata la mattatrice azzurra con 11 punti. Da una schiacciatrice all’altra, anche Stella Nervini è una di quelle ragazze che si è fatta trovare nel posto giusto al momento giusto: quando chiamata in causa, la toscana – ma nata a Milano – non ha sbagliato un colpo. La giocatrice che tutti gli allenatori vorrebbero avere.

La lunga lista di talenti del Volleyrò si chiude con un nome per il futuro, più che per il presente: Julia Ituma, 17 anni ancora da compiere, la più piccolina del gruppo. Atleta di cui si parla molto e che già deve fare i conti con le voci che la definiscono “nuova Egonu”. I mezzi fisici ci sono: ora toccherà a Marco Mencarelli lavorare un blocco di marmo per farlo diventare una splendida statua.

Da un opposto all’altro, come non parlare di Giorgia Frosini. Lei che ha il basket nel sangue: papà, Alessandro Frosini, è stato due volte campione d’Italia e d’Europa con la Virtus Bologna. Emozione ancora più grande per lei, che nel 2019 ha dovuto rinunciare alla finale del Mondiale egiziano per un problema alla caviglia: «Meritiamo davvero di essere in cima al mondo. Sono entusiasta di aver fatto parte di questa fantastica squadra, mi dispiace che questo sia il nostro ultimo anno insieme». Nella prossima stagione Giorgia sarà la vice-Egonu a Conegliano.

Frosini, cresciuta all’Imoco Volley così come Emma Cagnin, martello da 100 e lode alla maturità con il futuro già scritto in Serie A1 con la nuova Volley Bergamo 1991. Ma di Conegliano fa parte anche Loveth Omoruyi. Campionessa del mondo con la Nazionale, d’Europa e d’Italia con la schiacciasassi Imoco. Miglior schiacciatrice della competizione, una ragazza silenziosa quando in campo con le “grandi”, ma pronta a caricarsi la squadra sulle spalle e rispondere presente nel momento del bisogno. È quello che ha fatto questa giovane ragazza, glaciale nel reggere la pressione di dover dimostrare i suoi progressi dopo una stagione con la maglia di Conegliano.

Omoruyi, Frosini, Cagnin

Ultima, ma non per demeriti, Sofia Monza. Una certezza per questa generazione di pallavoliste di cui lei è da sempre una delle interpreti più seguite e chiacchierate. Palleggiatrice scuola Busto Arsizio, nido al quale farà il suo rientro nella prossima stagione per continuare a crescere di fianco a una palleggiatrice talentuosa come Jordyn Poulter.

Ben nove di queste dodici ragazze d’oro sono passate dal Club Italia, simbolo di un movimento giovanile, quello azzurro, che può considerarsi il migliore a livello mondiale.


«The Last Dance»

Non si può che partire da questa frase per raccontare Massimo Bellano. Un tecnico alla Phil Jackson, appunto. Un inguaribile stakanovista con il grande pregio di saper lavorare con le ragazze non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto mentale. Un prezioso lavoro lungo quattro anni, tra Club Italia e Nazionali giovanili, e ora quest’ultima esperienza condivisa con uno staff estremamente preparato: Matteo Azzini, il suo fidato vice, poi Maurino Tettamanti, Domenico Capodiferro (il “doc”), Daniele Dailianis (il “fisio”) e Tommaso Magnani (preparatore atletico), Alberto Salmaso (scoutman) e Alessandro Parise (videoman), Elena Colombo (team manager).

«Come Mancini, Bellano come Mancini»: è il coro che le ragazze gli hanno dedicato al termine della partita, quando quasi non sapeva come festeggiare. Ha semplicemente gettato via la lavagna, quasi a dire: «Ecco, ce l’abbiamo fatta». Un tecnico che sottolinea la vittoria parlando di «gruppo fantastico», ma che ha anche una parola per le “deluse” che non hanno vissuto la notte magica di Rotterdam: «Ho dovuto lasciare a casa diverse ottime ragazze, questo la dice lunga sulla qualità del nostro settore giovanile».

Altri cori riecheggiano ancora da Rotterdam. «Siam campioni del mondo», urlano le dodici ragazze d’oro. E allora: cantate forte ragazze, e godetevi questo successo come anche noi stiamo facendo. Viva il volley azzurro, viva la pallavolo.