Tanti auguri a Francesca Piccinini, campionessa ispirata da Mila Hazuki
In quella che un tempo era la capitale del Ducato di Massa, nasceva una bambina speciale, ignara di ciò che sarebbe potuta diventare un giorno non molto lontano, grazie a quello che per altri è solo un semplice pallone.
La nostra storia non comincia tra le bambole, e nemmeno dinanzi ad una valigetta piena di trucchi; è una vecchia TV, di quelle belle spesse, ciò che ha innescato la costruzione di questo bellissimo futuro.
Una volta a casa, dopo una mattinata trascorsa a scuola tra quelle snervanti materie che non vanno proprio giù, ecco che lo sguardo incrocia qualcosa di veramente speciale.
Sono le 16 e gli occhi curiosi si incollano allo schermo, dove vengono proiettate le immagini di un cartone lanciato in Giappone nel 1984.
C’è un pallone. Una rete. Un gruppo di ragazze piene di sogni. Immagini che rapiscono il cuore di una bambina; l’innamoramento non si può spiegare a parole facilmente, sono quelle sensazioni donate da Dio agli umani, che ti fanno sorridere e sognare senza voler mai smettere di viverle.
Non era un colpo di fulmine, ma una missione da compiere. E, una volta giunta la sigla di chiusura, gli occhi chiusi erano già proiettati alla coltivazione più difficile, ovvero la realizzazione di quel sogno: la pallavolo.
Pregiata lei, con un sorriso che incanta e che in campo si mostra lucente; come “Trilly” senza però “Peter Pan” da salvare, perché simbolo per un sestetto lo è già diventata Francesca.
Dove prevalgono i marmi storici di Carrara però, una giovane 14enne si mostra al massimo palcoscenico nazionale e, armata di tanto coraggio, non ancora ventenne decide di volare… ma volare nel vero senso della parola.
Lo stivale è un arrivederci che premia quel coraggio, di un talento non ancora ventenne che a Paranà, in Brasile, diventa la prima pallavolista italiana a giocare su suolo estero.
È un po’ come se fosse stata un personaggio storico no? La prima donna a…
Avevamo detto arrivederci e non addio, perché l’unicità sente il richiamo di chi ambizioso nasce, fino a costruire un fisico solido in grado di sollevare al cielo, a Bergamo, un poker di tricolori.
La fame assale i golosi e i cannibali del Volleyball, perché quel “Guarda, guarda in campo c’è una nuova giocatrice… ma con grinta lei lo sa campionessa diverrà…”, spinge l’atleta a diventare leggenda, conquistatrice insaziabile di sorgenti europee, dalle quali riesce ad abbeverarsi per 5 volte, sempre con la divisa orobica di Bergamo.
5 Champions League.
Migliore in assoluto con Casalmaggiore, e dopo aver raggiunto la “sesta fonte”, inaspettatamente Novara è il livello numero 7 da raggiungere, dopo aver sconfitto qualche chiacchiera di troppo, diviene sorridente dopo il “settimo sorso” europeo.
I pensieri ritornano alla maglia azzurra. A quella finale in Germania, vinta al tie break contro gli USA nel 2002. Primo, e finora unico, titolo mondiale conquistato dall’Italia femminile.
Un tetto altissimo dal quale Francesca Piccinini non ebbe paura di ritornate, in Polonia nel 2009, questa volta al termine di un campionato Europeo.
Benedetta dagli Dei dell’Olimpo della Pallavolo, e da genitori speciali che le hanno trasmesso geneticamente un’altra fortuna, perché oltre la rete e lontano da quella stanza stupenda, un’icona sexy prendeva la scena e strappava i cuori di chi credeva fermamente nell’amore.
Fantastica atleta con ancora tanta fame, perché le missioni più dure non faranno mai paura agli atleti benedetti dalle divinità sportive, comandati dagli stimoli di chi vorrà urlare nuovamente:
“Ce l’ho fatta ancora!!”
Buon Compleanno Francesca Piccinini, un pensiero che viene dal cuore per i tuoi 42 anni.