Volley e studio negli USA: aperte le selezioni. Ecco come partecipare
Sei un atleta e sogni di vivere un’esperienza unica di sport e studio?
Sei un genitore e vuoi far provare a tuo figlio la più grande avventura della propria vita?
C’è una possibilità: lo Showcase di Sportlinx360. Un evento di tre giorni in le pallavoliste e i pallavolisti più promettenti, sotto i 22 anni, possono dimostrare le proprie abilità sportive, relazionali e culturali. Con l’obiettivo di essere considerate, o considerati, per ottenere una borsa di studio per merito sportivo negli istituti universitari degli Stati Uniti d’America.
Lo Showcase prevede allenamenti di valutazione guidati da coach Pat Kendrick e da Luca Cristofani, allenatore di serie A1. All’evento sarà presente anche lo staff di prestigiosi college americani delle leghe e divisioni più importanti, per osservare e valutare i partecipanti.
Le ragazze e i ragazzi saranno assistiti da student-athletes che hanno già conseguito una borsa di studio per merito sportivo; aiuteranno atleti e staff nello scambio interculturale e linguistico.
Le date dello Showcase 2022 sono 13-15 giugno per le ragazze, 15-17 giugno per i ragazzi.
Il programma prevede alloggio nella splendida cornice dei Castelli Romani alle porte di Roma, tre allenamenti di pallavolo indoor, incontri tra consulenti e atleti in forma collettiva ed individuale. È prevista inoltre una simulazione del test TOEFL.
Come iscriversi? Al bottone sottostante sarà possibile inviare la propria candidatura: i requisiti saranno poi valutati dallo staff di Sportlinx360.
Le testimonianze
Abbiamo avuto modo di chiacchierare coi ragazzi e ragazze che di recente hanno intrapreso l’avventura di studio e lavoro negli USA. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Alessandro Gianotti, campione del mondo con la Nazionale Under 19, ha elencato le Top 3 cose che lo hanno impressionato della sua esperienza alla BYU di Provo nello Utah.
«Come prima cosa – spiega Alessandro – le disponibilità economiche che le università hanno da offrire alle proprie squadre sportive. Le attrezzature che vengono offerte agli atleti e dunque agli staff sono di altissimo livello. La seconda è decisamente la possibilità di gestire insieme al meglio lo studio e lo sport; infatti essendo uno studente atleta i professori sono molto disponibili ad anticipare o rimandare compiti, esami nel caso in cui si abbiano impegni legati allo sport, come allenamenti o trasferte di più giorni in un altro Stato. Mi ha inoltre particolarmente impressionato l’attaccamento all’università che le persone hanno e dunque anche un senso di appartenenza e supporto per le squadre dell’università. Vedere il nostro palazzetto praticamente pieno a ogni partita è qualcosa fuori dal mondo!!»
«Prima di venire qua ricordo le infinite conversazioni con i miei genitori per cercare di considerare tutti i fattori legati a quest’esperienza, a cosa comportasse e cosa sarebbe servito. Per mia fortuna ho avuto la possibilità di parlare e ricevere supporto da Jesica e Elitza, dell’agenzia Sportlinx360, che si occupa di fornire a ragazzi interessati ad andare negli USA la possibilità di ricevere borse di studio. Per mia fortuna si sono dimostrate tra le persone più professionali ed efficienti che abbia mai conosciuto e senza di loro tutto questo sarebbe stato decisamente più complicato da realizzare».
Tatijana Fucka è invece approdata alla UAB di Birmigham in Alabama.
«Credo fortemente che il sistema americano debba essere portato in Italia – sostiene Tatjana -. Le atlete devono poter avere l’occasione di giocare e studiare in contemporanea senza alcuna preoccupazione. Uno dei motivi per cui sono venuta negli Stati Uniti è proprio questo, perché qua valorizzano molto anche la tua educazione universitaria, e non solo quella sportiva. Il mio consiglio è quello di iniziare ad avere un’idea di cosa si vuole fin dagli ultimi anni di liceo così da avere sicuramente quattro anni interi per godersi l’esperienza della borsa di studio negli Stati Uniti per intero. Consiglio anche di non avere paura e di buttarsi se si presenta una buona occasione perché ne vale davvero la pena, ed è qualcosa che ti cambia e ti fa crescere sia come atleta che come persona».
«Sicuramente i primi mesi non sono stati facili. Stare così lontano dalla mia famiglia, non conoscere bene la lingua, e dover iniziare una vita praticamente da zero mi spaventava. Con il passare del tempo però tutto è andato meglio perché ho imparato l’inglese, ho conosciuto nuove persone che mi hanno fatto sentire parte di una grande famiglia. Mi piacerebbe molto tornare in Italia. Dopo l’università vorrei iniziare una carriera professionistica nel campionato italiano, perché credo sia molto competitivo e mi piacerebbe molto avere l’opportunità di mettere in atto ciò che ho imparato durante questi anni».