Novembre 4, 2020

Stop ai campionati o avanti tutta? Il dilemma della serie A

Alice Chiarot

Fermarsi o continuare, questo è il dilemma

Dalla Bolla allo stop dei campionati per alcuni mesi: si cominciano a valutare soluzioni alternative per far proseguire il campionato di pallavolo di serie A.

Il pesante numero di contagi all’interno dei gruppi squadra sta costringendo a rinviare molte partite, sia in campo maschile che femminile.

Per molti match che saltano, altri si giocano con modalità bizzarre: stiamo parlando della sfida di domenica fra l’Imoco Conegliano e la Bosco S.Bernardo Cuneo, che ha schierato in campo (contro le campionesse del mondo in carica) cinque delle giovanissime atlete della Bosca Academy per raggiungere il numero minimo. Le ragazze hanno fatto il massimo e si sono conquistate i preziosi autografi delle avversarie, ma è chiaro che queste situazioni, se reiterate, peseranno sugli equilibri della competizione.


Notizie meno confortanti arrivano dalla Francia, dove la prossima giornata di Ligue A maschile e femminile non si giocherà, a causa del lockdown nazionale.

I pessimisti

Cerchiamo di mettere ordine tra le tante affermazioni che sono state fatte in merito alla questione in questi ultimi giorni. Le prime dichiarazioni sono state quelle di Marco Bonitta, coach di Ravenna, che dopo la partita disputata contro Perugia ha parlato di campionato falsato.

Ha usato questa definizione per metter luce sullo stato d’animo con cui gli atleti scendono in campo, soprattutto quando si trovano a giocare contro squadre che hanno avuto dei casi accertati; a suo parere, inoltre, il fatto che non ci sia il pubblico conta molto. Tramite le sue parole arriva la proposta della società ravennate: «[…] abbiamo proposto di giocare comunque tutte le gare in calendario con gli effettivi a disposizione, implementati magari da giocatori delle giovanili, ma con il contemporaneo blocco delle retrocessioni».

Un’altra intervista che ha fatto molto parlare è stata quella comparsa negli scorsi giorni sulle pagine del Resto del Carlino a Catia Pedrini. Anche da parte sua è arrivata una proposta molto incisiva: «Sospendere due mesi e riprendere con maggiore sicurezza a gennaio. Si dovrebbe agire con FIVB per non disputare la VNL, in modo da poter giocare il campionato fino a maggio». La presidente di Modena Volley si è detta poi contraria alla proposta avanzata da Bonitta, poiché non ritiene giusto cambiare le “regole del gioco” in corso d’opera. Ha inoltre manifestato la sua preoccupazione per la questione finanziaria: è convinta che, se non arriveranno ingenti aiuti per le società, la Superlega correrà il rischio di avere solo poche squadre nel prossimo campionato. Ha speso poi anche due parole per i protocolli sanitari in vigore oggi definendoli “ridicoli” dal momento che oggi si può giocare fino a quando si hanno tre positivi nel gruppo squadra.

A loro due ha fatto eco anche Stefano Santus, ds della Kioene Padova, che si è trovato d’accordo nel dichiarare che non si stia giocando un campionato normale, definendolo anche lui  “falsato” per il fatto che molti  giocatori, ritornati in rosa dopo aver contratto il virus, non riescono ad avere il tempo di recuperare la forma fisica, trovandosi così subito catapultati in campo.

Gli ottimisti

Chi invece in questi giorni si è contrapposto fortemente a queste proposte è stato Lorenzo Bernardi, coach di Piacenza, secondo il quale lo stop dei campionati sarebbe un errore, così come bloccare le retrocessioni. «La serie A di calcio continua, nonostante i casi e l’assenza di pubblico. Perché noi dovremmo fermarci?»

Cautamente ottimista, soprattutto in ottica futura, sembra essere anche Gino Sirci, presidente di Perugia, uno dei club più colpiti in questo momento dai contagi all’interno del proprio club. Secondo lui è possibile trovare un modo e una soluzione per continuare a giocare in attesa che l’ondata del virus si faccia più debole e ci sia il vaccino.

C’è invece chi sottolinea come lo stop ai campionati rischierebbe di infliggere allo sport, già in difficoltà, il colpo di grazia; come il palleggiatore argentino Luciano De Cecco. In una dichiarazione rilasciata a VolleyNews il giocatore ha definito il possibile stop una “sconfitta per tutti”.

Sul tema è infine intervenuto anche Diego Mosna, presidente dell’Itas Trentino che attraverso le pagine dell’Adige si è dichiarato «[…] contrario perché due mesi non risolvono il problema e, anzi, paradossalmente lo aggravano, comprimendo un calendario già fittissimo».

Che cosa le leghe decideranno di fare? Tutto rimane ancora molto incerto.