Novembre 1, 2020

Che cos’è la “Bolla” e come potrebbe salvare le coppe europee

Alice Chiarot

Il Covid-19 ha completamente stravolto ogni tipo di settore. Quello sportivo è stato tra i più colpiti.

Abbiamo seguito con apprensione, da marzo fino ad oggi, i vari Dpcm che si sono susseguiti; che hanno impedito la conclusione della scorsa stagione e hanno causato non pochi grattacapi anche a quella in corso.

Ora che poi si stanno cominciando a giocare anche le competizioni internazionali, che prevedono frequenti spostamenti all’estero delle squadre durante o gironi, il rischio che la sicurezza possa diminuire e salire la cifra dei contagi è molto alta. Ecco perché si stanno cercando nuove modalità per far continuare le coppe, e la Bolla sembra essere l’unica via possibile.


L’esperienza dell’Nba

Il modello della Bolla viene dall’America e più precisamente dall’Nba, il massimo campionato di basket. Per portare a termine la propria stagione, tra luglio e ottobre l’organizzazione ha messo in moto un’impresa titanica: ospitare all’interno del resort di Disney World ad Orlando ben 22 squadre che hanno vissuto quei mesi negli alberghi presenti nella struttura, senza mai poter uscire, se non per seri motivi.

All’interno della bolla erano ospitate 36 persone per ogni team, 20 giornalisti che non hanno mai potuto interagire vis a vis con giocatori e staff, più gli addetti ai lavori.  

Per mantenere sotto controllo la situazione del virus, ogni giorno i giocatori venivano sottoposti ai test e la mattina seguente, grazie al lavoro di un laboratorio interno, ricevevano i risultati. Chiunque accedesse alla Bolla doveva stare in isolamento per due giorni e ricevere due tamponi negativi; chiunque ne fosse uscito, in caso di un successivo rientro, doveva rimanere in isolamento per 10 giorni prima di poter tornare a muoversi liberamente per la struttura.

Il protocollo adottato è stato molto rigido e severo: tutti avevano l’obbligo di indossare la mascherina negli spostamenti all’interno del resort; i turni di allenamento erano organizzati in modo da lasciare 3 ore per ogni squadra, e prima dell’arrivo del successivo team tutto veniva pulito e igienizzato.

Anche panchine e spalti sono stati riorganizzati completamente: se da una parte ogni giocatore ha avuto il proprio posto ben distanziato dagli altri per seguire la partita, dando un occhio nella parte dedicata al pubblico era possibile vedere diversi video wall con le immagini di tifosi che seguivano il match dalle proprie case.

Questa modalità ha permesso di portare a termine l’intera stagione con il risultato finale di 0 casi di Coronavirus all’interno della Bolla. Era stato stimato che per l’intera operazione sarebbero stati spesi 180 milioni di dollari e, alla fine, ne sono stati spesi solo 10 in più. Ma, soprattutto, sono stati recuperati 1.5 miliardi di dollari di introiti televisivi che, altrimenti, sarebbero andati persi per sempre.


La proposta

Tutti i gli ambienti sportivi, compreso quello della pallavolo, hanno guardato con stupore e ammirazione a questo sistema. Qualche settimana fa Pietro Maschio, co-presidente dell’Imoco Volley Conegliano, sulle pagine del Gazzettino di Treviso parlando delle partite di Champions League ha dichiarato: «Premesso che non abbiamo la capacità organizzativa ed economica di una Nba, che ha creato una “Bolla” a Orlando per proseguire la stagione, credo che non ci siano particolari difficoltà a riunire le squadre dello stesso girone di Champions, tutte “tamponate” a dovere, in luoghi determinati. E giocare lì, magari nell’arco di una settimana, tutte le partite del girone».

È notizia di questi giorni che proprio il Palaverde di Villorba, casa dell’Imoco Volley Conegliano, sarebbe stato scelto dalla Cev come una delle Bolle dove si terranno le partite del girone di andata dall’8 al 10 novembre. Per il girone di ritorno le ragazze di coach Santarelli si sposterebbero a Nantes dal 26 al 28 gennaio. In ognuna delle due bolle le quattro formazioni giocheranno tre gare contro ognuna delle avversarie, per poter rispettare così una sorta di fase di andata e fase di ritorno del girone.

Nel nostro Paese non sarebbe l’unica Bolla perché, per il gruppo A, è stato scelta come sede di gioco Firenze (1-3 dicembre).

Questa idea è piaciuta non solo alla pallavolo femminile, ma anche alla Lega Pallavolo Maschile che, tramite la persona di Massimo Righi, ha avanzato alla Cev la proposta supportata da Cucine Lube Civitanova, Leo Shoes Modena, Sir Sicoma Monini Perugia e Trentino Itas. L’idea prevede la creazione di cinque diverse Bolle sia per quanto riguarda le partite del girone di andata che per quello di ritorno, da organizzare in paesi considerati sicuri dal punto di vista del Covid-19. In questo modo tutta la prima fase dei gironi di Champions potrebbe svolgersi con pool e numero di partite già previste.

A proposta fatta, manca solo la conferma dei vertici della Confederazione europea.