Le 10 scuse del beacher medio
Quello che avviene all’interno di un campo da beach volley è di una violenza inaudita: una meravigliosa partita a scacchi, che sfrutta i punti di forza e mira a colpire le debolezze.
Tuttavia c’è, come in ogni sport, chi è sempre pronto con alibi e scusanti. Degne di essere massacrate da un qualsiasi discorso motivazionale pallavolistico alla Velasco.
Beach Volley Lazio ha elencato le 10 più comuni:
1 – Il metro della pallavolo
Parliamo del giocatore di pallavolo che ha probabilmente militato in squadre amatoriali miste. Quello che puntualmente tira fischioni che, se non ci fosse la rete contenitiva, causerebbero tamponamenti in strada e morte tra i passanti. La sua classica giustificazione è
Quella nel campo da pallavolo sarebbe entrata
Note: palleggia in appoggio.
2 – Lo spettro degli infortuni
Probabilmente giocatore navigato, o ex giovane stella in procinto di approcciarsi ai campi sabbiosi. Tende a sbagliare un colpo e a giustificare l’errore massaggiando la parte interessata. Il tutto conseguito da una classica espressione di dolore, con un rimorso pseudo-fascista come a dire
Eh, quando tiravo forte e non mi faceva male la spalla..
Note: probabilmente a casa fa le verticali in aria.
3 – Agenti atmosferici
Il sole è troppo sole, il vento è troppo vento e la sabbia non è quella giusta.
Guarda te oh, il vento arriva a raffiche e puntualmente si alza quando sto per attaccare o ricevere..
Quando va in battuta e la palla float non scende più e crea una semiretta infinita capace di fare il giro del mondo, probabilmente è perché “il vento a favore era troppo”.
Note: quando gioca indoor fa le stesse identiche cose.
4 – Il compagno/compagna (fa schifo)
Questa è la motivazione più psicologica: tendenzialmente la colpa è sempre del compagno, che sia una ricezione sbocciata a tal punto da sentirsi chiamare “cameriere!”, per un bagher a vassoio o per un attacco in rete.
Eh però non posso mica giocare da solo, abbi pazienza!
Note: potrebbero giocare anche con Ranghieri o Lupo, sarebbe comunque colpa loro.
5 – Quello che tira tutto
Più che un alibi, un identikit: classico giocatore di potenza, nato purtroppo in un’epoca abbastanza sconosciuta in cui il pallone passava dentro i quadratini della rete o i campi erano 40 metri x 50. Tendenzialmente una su dieci la tira così forte da trovare il petrolio; il resto è riconosciuta come arma di distruzione di massa.
Le scuse più utilizzate sono legate all’altezza della palla o all’incapacità dell’alzatore.
Note: pluriomicida stragista inconsapevole.
6 – L’imitazione
Skyball improvvisate, nocchini rovesciati, difese in chicken wing e saltorotanti: la scusa più utilizzata è che ai grandi del beach volley riesce sempre. Si disperano chiedendosi come mai a loro non potrà mai riuscire una cosa simile. E perdono anche contro due sedie.
L’ho visto fare ad Alison Cerutti che è 2.03, perché io che sono 1.78 non ci riesco?!
Note: vestiario e atteggiamento misto Carambula/Lupo, canotte del campionato italiano.
7 – Le righe, il nastro
Come potete vedere in questo meraviglioso atto di simpatia di Alison contro gli Usa, le linee sono parte fondamentale del campo, quindi è bene ricordarsi di risistemarle ogni volta per evitare di cadere in un tranello semplice. Purtroppo però a volte avviene. E la scusa, figlia della stupidità, è
Quella con la linea sistemata era fuori/dentro
Invece, altro agente particolare è il nastro: un po’ come il karma, quando gira bene, gira bene. Ma quando gira male..
Hanno preso 15 nastri. Per questo hanno vinto
Note: Chiedono scusa esultando quando succede a loro.
8 – Il pallone di passaggio
Spesso nelle scuole e in tornei giganti come la Beach Volley Marathon di Bibione, capita di giocare in campi senza limite contenitivo. Il pericolo più grande è quello che il pallone finisca casualmente nel campo accanto. Cosa che, tendenzialmente, fa interrompere il gioco.
Ma c’è chi abusa di questo potere, come ad esempio chi ha appena preso un punto su una palla corta e vede passare un pallone all’orizzonte.
C’era un pallone in campo, contesa
Note: paga la gente per farsi lanciare i palloni in mezzo al campo.
9 – Il gioco di prima
Non abituati al gioco di prima i novizi, poveri e innocenti, entrano in campo e scolasticamente cercano di fare i tre passaggi, puliti, silenziosi e innocui.
La natura violenta di questo sport vuole che il gioco di prima sia anima e corpo di un obiettivo comune: fare punto.
Li sentirai dire per ore che
Dovrebbe essere vietato farlo perchè antisportivo”
Al contrario chi lo fa chiede direttamente scusa dicendo
Non sapevo come fare, scusate, di solito non lo faccio
Note: c’è un girone dell’inferno apposito.
10 – “Non c’è niente da fare, sono bravi loro”
Il punto è questo: davanti a te hai due persone che sbagliano tendenzialmente molto poco, non fanno cascare palloni, alternano con esperienza palle lunghe e palle corte. Perdi 21-5.
Finisce la partita e il tuo compagno ti guarda, rassegnato, e ti dice
Bravi loro eh, per carità
Note: 10 battute sbagliate, 7 attacchi nel secondo quadretto, 4 palleggi in ricezione.
Articolo di Alberto Lettieri. Ecco l’originale