Giugno 17, 2020

Lettera al ministro dello Sport: «Il beach volley non è sport di contatto»

Tommaso Dotta

«Calcetto e beach volley non riprenderanno con certezza nemmeno il 25 di giugno. Gli sport di contatto non consentono di rispettare le regole del distanziamento sociale e dell’uso della mascherina. Sarà quindi possibile riprendere solo quando tutti i cittadini potranno rinunciarvi anche per andare al supermercato o per viaggiare in treno».

Con queste parole Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, ha risposto ai microfoni di Fanpage parlando della possibile ripresa degli sport amatoriali. Un’opinione che ha fatto alzare più di un sopracciglio nel movimento del beach volley italiano, buttato nel calderone degli “sport di contatto”.

Da un lato è comprensibile limitare le ammucchiate amatoriali 12 contro 11 che ogni tanto si vedono sulle nostre spiagge. Dall’altro non si capisce come il classico 2 contro 2, unica disciplina “ufficiale”, non sia stato considerato sport di coppia come il doppio del tennis, il badminton o addirittura il beach tennis.


LA LETTERA DELLE SOCIETÀ

50 società del territorio hanno sottoscritto una lettera indirizzata proprio a Spadafora. Ecco il testo integrale.

“Appello al Ministro dello sport Vincenzo Spadafora

Caro Ministro,
in seguito alle Sue parole recenti circa la non certa ripresa per le partite di Beach Volley ipotizzata inizialmente il 15 giugno e poi dichiarata da Lei improbabile anche per il 25 giugno, desideriamo mettere alla Sua attenzione questa lettera permettendoci di chiarire alcuni aspetti fondamentali del nostro sport erroneamente classificato “sport di contatto”.

Il Beach Volley 2×2 è la disciplina olimpica che si pratica solo 2 contro 2 ed è classificato come sport di coppia alla stregua del doppio di tennis, del badminton, del padel, del beach tennis. Diversamente tutte le altre forme di gioco 3 contro 3, 4 contro 4 e 6 contro 6 vengono classificate come sport di squadra e con il nome di Sand Volley ovvero Pallavolo da Spiaggia.

Nel Beach Volley l’unica interazione con il compagno avviene attraverso il passaggio della palla e la comunicazione gestuale e/o verbale per le tattiche di gioco. Tutto ciò avviene in una porzione di campo di 64 metri quadri in cui tra i due atleti non avviene alcun contatto fisico e le regole attuali di distanziamento sociale sono garantite. Nessun contatto inoltre con la coppia avversaria negli altri 64 metri quadri separati dalla rete.

Non riusciamo a comprendere come mai il nostro sport sia stato accomunato al calcetto, al rugby o agli sport di combattimento in cui il contatto fisico è preponderante mentre da noi completamente assente.

Le nostre attività hanno subito un lungo stop in questi mesi e quindi facciamo appello a Lei Ministro Spadafora affinché possa riconsiderare il Beach Volley 2 contro 2 alla stregua degli altri sport di coppia sopra elencati, che dal 25 maggio sono consentiti con alcune giuste limitazioni, e permetterci di ripartire in sicurezza.

Grazie per l’attenzione”.


Zaytsev beach volley

LE PAROLE DELLO ZAR

Anche Ivan Zaytsev, nel suo ultimo post, ha scelto di sostenere la causa del movimento del beach volley. Una voce, la sua, parecchio rilevante considerando il suo seguito da più di un milione di follower sui social network.

«È sempre stato trattato diversamente, il fratello sfigato della pallavolo – ha scritto lo Zar – lo sport olimpico che oggi conta come il due di bastoni quando regna denari. Ebbene questo sport che oggi deve ancora attendere per la ripresa, che viene definito “di contatto”, è la disciplina più difficile e meravigliosa che si possa ammirare soprattutto d’estate. Per evitare le partitelle tra amici al mare, state impedendo a tante società, atleti e allenatori di svolgere il loro mestiere. Io non ci sto: stand up for beachvolleyball

Cambierà qualcosa? Lo scopriremo presto.