Luglio 19, 2020

Dalla NBA al beach volley: la seconda vita di Chase Budinger

Tommaso Dotta

Non capita a tutti gli sportivi di raggiungere il top nella propria disciplina. Capita ancora meno di riuscire a costruirsi una seconda chance, in una disciplina completamente diversa.

Il blog La Giornata Tipo ha raccontato una storia davvero particolare: quella dell’americano Chase Budinger che, dopo una carriera da cestista di NBA, sogna ora di rappresentare gli USA nel beach volley alle prossime Olimpiadi.


UNA STORIA DI BASKET

Questa storia inizia nel 2006. Al “McDonald’s All Americans”, tradizionale evento in cui si mettono in mostra i migliori liceali d’America, a portare a casa il premio di MVP della partita furono in due: Kevin Durant e Chase Budinger.

Il primo gli appassionati di basket lo conoscono bene: un vero fenomeno, in grado di mettersi al dito 2 anelli da campione della NBA con i Golden State Warrios, guadagnandosi anche il titolo di MVP delle Finals.

Il secondo, invece, dopo la comparsa nella gara delle schiacciate all’All Star Game 2012, è scivolato fuori dai radar. Complici anche gli infortuni, che ne hanno minato le impressionanti doti atletiche, la carriera di Budinger è risultata decisamente meno memorabile.

Dopo circa 400 presenze nel massimo campionato americano, collezionate in particolare con le maglie di Houston Rockets e Minnesota Timberwolves, ha cercato fortuna in Europa, ma ha presto capito che non sarebbe stata la sua strada. Non che le sue prestazioni fossero deludenti, anzi. Ma l’essere lontano da casa e dalla famiglia ha davvero iniziato a pesare.

Così Chase ha preso una decisione tutt’altro che banale per uno sportivo affermato: rimettersi completamente in gioco. Abbandonare il sentiero percorso da tutta una vita per intraprenderne un altro, senza sapere davvero dove avrebbe portato.


UNA STORIA DI VOLLEY

Dopo qualche mese di vuoto, nel gennaio del 2018 sul suo profilo Instagram compare un’immagine inedita. C’è una spiaggia, una rete da beach e un socio al suo fianco.

E non un socio qualsiasi: si tratta di Sean Rosenthal, due volte olimpionico a Pechino 2008 e Londra 2012.

Si apre così un nuovo capitolo della sua vita sportiva e Chase mette immediatamente in mostra le sue potenzialità. Un muro alla volta, un cut alla volta, una salto spin alla volta.

In coppia con Casey Patterson, è già riuscito a vincere la sua prima tappa del circuito AVP e ora, con Chaim Schalk, sta dando la caccia ai pochi biglietti disponibili per partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, a cui sono già qualificati gli azzurri Paolo Nicolai e Daniele Lupo.

Budinger ha 32 anni e ha ancora almeno due reali possibilità di partecipare ai giochi. Il bello del beach volley è proprio quello di essere uno sport a longevità maggiore rispetto alla sua controparte indoor. Due dei top player USA, Phil Dalhausser e Jake Gibb, hanno rispettivamente 40 e 44 anni. Sono ancora sulla cresta dell’onda, ma senza dubbio non potranno competere a livello olimpico dopo il 2020. Chase invece sì.


UNA STORIA DI SPORT

In realtà il passaggio di Chase Budinger al mondo del volley non è una totale sorpresa. Si tratta, più che altro, di un ritorno al passato. Già da ragazzino era perfettamente in grado di scoppiare il pallone sulla linea dei tre metri (come mostrano le immagini), così forte da far voltare i difensori dall’altra parte, per evitare conseguenze.

Come tanti altri atleti americani, ai tempi del college avrebbe potuto scegliere una vita da professionista in molte discipline. Le due università di Los Angeles che lo avevano corteggiato, UCLA e USC, gli avevano addirittura proposto una doppia borsa di studio sia per il basket che per la pallavolo

In un classico momento da “Sliding Doors”, Chase scelse di puntare tutto sul basket.

Oggi, infine, il ritorno al suo primo amore sportivo. E siamo davvero curiosi di scoprire fin dove questa avventura lo porterà.