Marzo 24, 2020

Olimpiadi di Tokyo 2020: il rinvio è (quasi) certo, ma a quando?

Luca Lovelli

TOKYO 2020: UN RINVIO GIÀ SCRITTO

Parliamoci chiaro: le Olimpiadi di Tokyo 2020 verranno rinviate.

La decisione ufficiale del CIO arriverà entro poco più di 20 giorni, ma la strada sembra tracciata.

Alcuni paesi hanno già apertamente fatto richiesta di uno spostamento dei Giochi. Tra di loro, colossi come Australia, Canada e soprattutto Stati Uniti. Secondo le ultime indiscrezioni, anche la Gran Bretagna sembra volersi unire al coro dei dissidenti.

Dal mondo a stelle e strisce, le perplessità erano state anticipate già dalla potente Federnuoto nazionale.

Vi immaginate un’Olimpiade senza Caeleb Dressel in corsia? Noi no. Quando anche i campioni e le federazioni di rilievo si sbilanciano, non ci sono altri fattori che tengano.

È ovvio che il CIO e il governo giapponese stiano provando a salvare il salvabile, con contratti pubblicitari miliardari già sottoscritti e con la paura che questi possano andare in fumo.

A nessuno però, nemmeno agli sponsor, gioverebbe mettere la faccia in un evento che rischia di essere monco fin dal principio.


QUALI LE POSSIBILI NUOVE DATE?

Al momento sono due le opzioni sul tavolo: autunno 2020 ed estate 2021.

Per ottobre di quest’anno, la criticità maggiore è rappresentata dal fatto che si è ancora troppo vicini alla fine (si spera) della pandemia da coronavirus, ma soprattutto allo svolgimento di gare all’aperto in una stagione che potrebbe non essere ideale. Una nota positiva riguarderebbe la maratona, originariamente in programma a Sapporo (dalla parte opposta del Giappone rispetto alla capitale) per ragioni climatiche. In questo modo, con un clima più mite, potrebbe essere tutto raggruppato a Tokyo, con annessi vantaggi economici da parte degli organizzatori.

Un altro dubbio da considerare è relativo alle Paralimpiadi, che da regolamento dovrebbero svolgersi nello stesso anno in cui si svolgono le Olimpiadi. Se queste ultime dovessero disputarsi in autunno, siamo proprio sicuri che i Giochi Paralimpici potranno svolgersi regolarmente in tardo autunno, con il freddo già in arrivo?

Ed ecco che arriviamo alla seconda ipotesi: lo slittamento di un anno.

In questo caso, bisogna però valutare un possibile effetto domino su altre competizioni internazionali già organizzate. In primis, i Mondiali di atletica leggera in programma ad agosto 2021 negli Stati Uniti, e quelli di nuoto in scena a Fukuoka a luglio.

Già, proprio quegli Stati Uniti che oltre a essere paese organizzatore rappresentano di gran lunga il comitato più potente al mondo. In tal caso sarebbero loro a dover aprire per primi a un rinvio dei due Mondiali per lasciar spazio alle “nuove” Olimpiadi.

La terza opzione porta addirittura a un rinvio al 2022, lo stesso anno in cui si disputeranno le Olimpiadi Invernali in Cina nel mese di febbraio.

Ma anche nel 2022 sono già in programma grandi eventi. Non ultimi in ordine di importanza i Mondiali maschili e femminili di pallavolo, calendarizzati per agosto e settembre. Cosa succederebbe a quel punto?

Certo è che forse, ragionando puramente da amanti dello sport, pensare a un anno, il 2022, che a quel punto prevederebbe quattro kermesse mastodontiche come Olimpiadi invernali, Olimpiadi estive, Mondiali di volley e Mondiali di calcio (che per la prima volta si giocheranno in Qatar a cavallo tra l’autunno e l’inverno) tutte spalmante nei 12 mesi e mai sovrapposte, susciterebbe un certo fascino agli occhi di tutti noi.

Rimane il fatto che, tornando al volley, pensare a un’Olimpiade e a un Mondiale pochi giorni dopo sarebbe altrettanto infattibile, con serio rischio di annullamento o rinvio dei Mondiali stessi.


RINVIO TOKYO 2020: QUALI EFFETTI SUL VOLLEY?

Partiamo dalle ragazze di Mazzanti. Un ipotetico rinvio di qualche mese o di un anno non porterebbe a grossi cambiamenti in termini di ambizioni.

E le ambizioni, sia chiaro, sono quelle di una squadra che punta al massimo.

Un gruppo così giovane potrebbe addirittura beneficiare di una simile situazione, con giocatrici giovanissime come Fahr o Pietrini, di ottima prospettiva, che accumulerebbero ulteriore esperienza prima del grande evento.

Non dimentichiamoci anche del recupero di Lucia Bosetti, vittima di un serio infortunio alla spalla, che potrebbe a questo punto rientrare per tempo nei ranghi per dare il suo importante apporto soprattutto in difesa e ricezione, garantendo equilibrio in campo.

Diversa invece la situazione per gli uomini. Tokyo 2020 avrebbe rappresentato per certi versi la conclusione di un ciclo per i ragazzi di Blengini. Basti pensare a un elemento come Juantorena, classe ’85, o come Zaytsev, 1988, per i quali potrebbe non essere la stessa cosa scendere in campo con un anno o due di ritardo.

Probabilmente, nell’attesa non si formerebbe per tempo un adeguato ricambio generazionale per rimpiazzare i grandi nomi che attualmente compongono la nostra rosa.

E non dimentichiamoci che i prossimi Giochi Paralimpici, qualunque sia la nuova data, vedranno tra i protagonisti anche la nostra nazionale di sitting volley.


POST SCRIPTUM

Sono decisioni che lasciano col fiato sospeso anche noi di Problemi di Volley. In particolare il sottoscritto, accreditato come giornalista per seguire in prima linea la manifestazione e, di conseguenza, tutta la grande pallavolo che le Olimpiadi sanno offrire. Con la speranza di tornare a casa con almeno una medaglia al collo.

Sarà necessaria una riorganizzazione anche del nostro lavoro, ma la affronteremo volentieri per continuare a raccontare il volley nel miglior modo possibile.