17 anni fa l’Italvolley femminile vinceva il primo (e finora unico) Mondiale
Era una tiepida giornata di settembre. Il 15 settembre 2002, esattamente 17 anni fa.
L’Italia dello sport era ancora in subbuglio per essere stata eliminata dai Mondiali di calcio in Corea del Sud e l’arbitro Byron Moreno era l’uomo più odiato della Nazione.
La Nazionale di pallavolo era tutt’altro che al centro dell’attenzione. Soprattutto quella femminile che, a differenza degli uomini, non aveva mai avuto una sua Generazione di fenomeni.
Che in quel gruppo lanciato da Julio Velasco e Angelo Frigoni, poi passato a Marco Bonitta, ci fosse del potenziale si era notato: nel 2000 era arrivata la prima storica qualificazione alle Olimpiadi. L’anno successivo la squadra aveva sfiorato il trionfo europeo perdendo solo in finale, al tie break contro la Russia. Eppure in pochi si aspettavano quanto stava per accadere.
Ai Mondiali in Germania un gruppo compatto di ragazze salì sul tetto del mondo per la prima e finora unica volta. Un sogno che pareva irrealizzabile dopo anni di dominio di Cuba, Russia e Cina.
Eccole qui.
Simonia Rinieri, Elisa Togut, Manuela Leggeri, Sara Anzanello, Paola Paggi, Darina Mifkova, Francesca Piccinini, Rachele Sangiuliano, Eleonora Lo Bianco, Valentina Borrelli, Anna Vania Mello.
Nomi che, a posteriori, hanno fatto la storia della pallavolo italiana. Una su tutte Leo Lo Bianco, prima come numero di presenze con la maglia Azzurra (524), oggi neo mamma. Oppure l’immortale Francesca Piccinini, capace ancora oggi di vincere a 40° anni la sua 7° Champions League con l’Igor Novara. O Paola Cardullo, idolo di una generazione intera di liberi.
Chi l’avrebbe detto allora?
Non certo io, che quel giorno ero al campetto del mio paese con gli amici. Eravamo lì a dare due calci al pallone, eppure tenevamo d’occhio il Nokia 3310 perché da casa i genitori ci aggiornavano sul risultato della partita di pallavolo: al punto della vittoria di Elisa Togut mi ritrovai a fare i caroselli da solo in sella a uno sgangherato Sì della Piaggio. Il mio primo motorino.
Quella vittoria ha segnato la storia del Volley italiano. E, molto probabilmente, pure la mia.