Il Sitting Volley diventa grande. 80 atleti a Chieri per l’All Star Game
«La nostra avventura con il Sitting Volley è cominciata dopo le Paralimpiadi di Londra. L’abbiamo iniziata con un amico, Gianni Tripodi, portiere del Chieri Calcio incappato nella sclerosi multipla, una brutta malattia».
A raccontarlo è Filippo Vergnano, presidente della Reale Mutua Fenera Chieri ’76, squadra di serie A1 femminile. Che, all’interno della società, vanta anche una squadra di Sitting Volley: la DiaSorin Fenera Chieri ’76.
«Gianni, purtroppo, non riesce più a giocare. La malattia è recidivante – continua Vergnano -. Ma oggi abbiamo un bel movimento di cui essere orgogliosi dentro la nostra palestra, con diverse atlete e atleti convocati nelle Nazionali. Con l’ausilio di atleti normodotati, possiamo partecipare ai campionati nazionali: ci danno una mano ex atlete, dirigenti o, ad esempio, il fisioterapista della nostra serie A».
«A lungo siamo stati l’unica società piemontese, un bel punto di riferimento. Ora siamo contenti di notare che qualcosa si sta muovendo anche a Cuneo e Biella».
A Chieri lo scorso fine settimana si è tenuto l’All Star Game del Sitting Volley italiano. Al PalaFenera si sentivano accenti da tutta Italia: le delegazioni campane ed emiliane erano le più numerose. Oltre ovviamente ai tipici suoni della pallavolo: le schiacciate, le chiamate di “MIA”, le esultanze sfrenate ai match point.
In campo sono scesi, questa volta, solo atleti paralimpici: circa 80, divisi in otto squadre. Erano presenti anche Lele Fracascia e Amauri Ribeiro, allenatori delle Nazionali di Sitting, che hanno contribuito a suddividere le squadre con criteri di equilibrio. Oltre ovviamente alle atlete azzurre che hanno partecipato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.
«È un bellissimo movimento e noi ci crediamo fino in fondo» conclude Filippo Vergnano.