Maggio 13, 2020

LungoLinea: il podcast con Andrea Zorzi sul futuro della pallavolo

Tommaso Dotta

Andrea Zorzi è stato il braccio armato della Generazione di Fenomeni, che ha portato la pallavolo italiana in cima al mondo durante i gloriosi anni ’90.

Ma, una volta riposte le ginocchiere nell’armadio, “Zorro” ha scelto di continuare a raccontare la pallavolo attraverso le sue telecronache, i suoi speciali televisivi, gli spettacoli teatrali.

Insomma, per l’intero mondo del Volley nostrano è un autentico punto di riferimento.

Abbiamo quindi scelto di dedicare a lui un’intera puntata del nostro podcast LungoLinea, per parlare di cosa sarà il nostro sport preferito una volta placata la tempesta del COVID-19. Cosa ne pensa del “tutti contro tutti” andato scena in questo ultimo mese? C’è davvero il rischio di una fuga all’estero dei fenomeni che costellano i nostri campionati, maschile e femminile?

«Forse sono un po’ ingenuo o ottimista – ha detto Andrea Zorzi – ma mi sarebbe piaciuta vedere più disponibilità a chiacchierare amabilmente, cosa che non è avvenuta. Mi rendo conto che la situazione un po’ ibrida della pallavolo lascia delle zone di conflitto che portano a discussione. Questa situazione extra ordinaria avrebbe però meritato una maggior capacità a mettersi nei panni degli altri».

Ascolta “Andrea Zorzi” su Spreaker.

È stata anche l’occasione per fare ammenda per una polemica scoppiata ormai due anni fa, per “colpa” di una nostra intervista: “Zorro dice che Zaytsev è più famoso che bravo”. «Con Ivan abbiamo chiarito – ha risposto -. In questo senso, se rimetto i panni dell’ex giocatore, mi rendo conto che ero anche io così: più nemici vuol dire più motivazioni. Ma quella situazione è stata anche l’esempio di come, troppo spesso, la comunicazione venga fatta a slogan, il che impedisce qualsiasi sfaccettatura e sfumatura».