Europei a 24 squadre: un allargamento eccessivo?
Allargare vuol dire anche spettacolarizzare? Probabilmente no.
Abbiamo appena assistito al primo campionato Europeo di volley a 24 squadre.
Se le finali di questa manifestazione sono state mozzafiato, la lunga fase a gironi del torneo femminile è stata caratterizzata da poche partite di alto livello (Italia – Polonia e Serbia – Turchia su tutte) e numerose altre veramente discutibili. Il tutto nella spettrale cornice della sempre deserta Atlas Arena di Lodz, che ci ha fatto sentire un po’ meno a disagio nel nostro quotidiano di spalti vuoti in 1° divisione.
Grecia, Portogallo, Finlandia, Bielorussia, Svizzera sono purtroppo paesi dove il movimento pallavolistico è decisamente indietro.
Va inoltre considerato che nel vecchio continente esistono 51 paesi e una formula come quella appena sperimentata consente alla metà dei pretendenti di qualificarsi. Decisamente troppi.
Un discorso che vale anche al maschile, dove tra pochi giorni potremo ammirare le prestazioni di Macedonia, Romania, Austria, Bielorussia ed Estonia.
Persino in uno sport più globale come il calcio, i prossimi Mondiali a 48 rischiano di essere un boomerang colossale. Già nel corso degli Europei a 24 del 2016, vinti dal Portogallo, abbiamo assistito a uno sbilanciamento di forze impressionante da una parte all’altra del tabellone che di certo non ha migliorato lo spettacolo; ha solo regalato i classici 15 minuti di celebrità a nazioni come il Galles, battuto poi in semifinale proprio dai lusitani.
EUROPEI CHE NON QUALIFICANO ALLE OLIMPIADI
Un altro tema centrale è la mancata assegnazione di pass olimpici da parte delle squadre che ben figurano all’Europeo.
Perché mai prima di un torneo così importante ci deve essere un preolimpico che assegna solo un posto per ogni mini-girone, mentre chi ottiene risultati in una competizione continentale no?
Un grande cortocircuito del volley moderno, ricco di manifestazioni internazionali ma spesso poco sentite e poco utili (vedi Vnl e Coppa del Mondo).
Perché non proporre sia Europei che Mondiali ogni 4 anni (esattamente come le Olimpiadi) per far crescere l’aspettativa del pubblico nei confronti di tali eventi? E perché non usare anche gli Europei (e le altre kermesse continentali) come qualificazione olimpica?
Con il sistema attuale gli atleti vanno incontro a troppi impegni nel corso della stagione; capita, come era accaduto con Juantorena, che scelgano di snobbare tornei di grande rilevanza. Ricordate gli Europei maschili post olimpici del 2017 con la Germania di Grozer (e Giani in panchina) in finale? Beh, quell’edizione aveva ancora 16 iscritti…