Elogio alla sofferenza. Quanto è dura la vita del tifoso di volley
«Chi ce lo ha fatto fare?» viene da chiederci ogni volta che ci ritroviamo ad agitarci sul divano, soffrendo per la nostra Nazionale.
Il risultato dello scontro di ieri tra Italia e Repubblica Ceca dice 3 a 0. Tutto liscio quindi? Nient’affatto.
I parziali parlano di ben altra partita: 27 a 25 il primo set, 28 a 26 il secondo, 25 a 23 il terzo. Una battaglia insomma, contro una squadra non irresistibile.
Stessa sorte è toccata alla Francia campione in carica. Il loro cammino agli Europei è stato, finora, molto simile al nostro: un pendolo tra agonia e sospiri di sollievo. Sconfitta all’esordio al tie break (contro il Belgio), poi due vittorie al pelo, l’ultima delle quali contro la Turchia (25-23, 25-23, 25-22).
Proprio la Turchia sarà la prossima avversaria dell’Italia agli ottavi di finale, domani in diretta su Rai Due alle 17.30.
Ma la vita del pallavolista è questa. Molto spesso vince chi sa soffrire. Chi non si scompone. Chi resiste all’adrenalina che, con lo scorrere dei punti e l’inesorabile avvicinarsi della fine del set, irrora il sistema nervoso facendo tremare il pallone tra le mani.
Ieri questo è successo. Sotto pressione, a uscirne vincitori siamo sempre stati noi. E quindi viene da guardare il bicchiere mezzo pieno.
Ottima la distribuzione di Simone Giannelli, giovane e grintosissimo direttore della nostra orchestra. Straordinaria la prova del centrale Matteo Piano, finalmente determinante dopo una stagione difficile a Modena (spesso dietro, nelle gerarchie, allo statunitense Holt e al francese Le Roux). 12 punti per lui ieri. Secondo solo a Pippo Lanza, top scorer dell’incontro con 19.
Immagine di @sunberyn con foto di @elez83 (su Twitter)